Credo che l’esperienza di Italia dei Valori non possa più continuare in maniera ripetitiva come è stata fino ad ora e che l’unica soluzione sia farsi seme di un percorso che veda nascere un soggetto politico aperto al di là degli attuali angusti steccati di questo partito.
Altrimenti Italia dei Valori è condannata alla sterilità ed ad una
lenta agonia che la sua storia straordinaria, i suoi valori e suoi
militanti non meritano.
Abbiamo convenuto che serve dar vita ad un processo per far nascere un soggetto che sia la continuazione ma anche una profonda trasformazione ed innovazione rispetto al passato e che sia in grado di dialogare e far dialogare tutte le forze riformiste espressione del cambiamento e della discontinuità.
Se così non fosse, resteranno pochi “yes men” che interessano poco all’Italia e che poco si interessano dell’Italia.
Sono gli yes men interessati ad accaparrarsi lo scalpo di Antonio Di Pietro per tentare di assicurare la loro sopravvivenza.
E’ una pratica che non mi interessa e che, soprattutto, non interessa al Paese.
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Cambiamo le persone e le non regole che l’hanno fatta da padrone. In questo modo potremo sopportare tutto, anche le brucianti sconfitte elettorali. Cambiamo i paradigma del successo di un partito che tale deve restare; un partito che sappia aprirsi alla trasparenza e alla condivisione delle decisioni e che valuti il proprio successo nella propria forza interna e non nel consenso elettorale, troppo a lungo il buon alibi per qualsiasi scorciatoia. Nessuno deve essere uno yes man, così come nessuno deve un uomo a cui bisogna per forza dire sì.
Concordo con Leoluca Orlando, l’IDV è morta, inutili e controproducenti tentativi ulteriori di rianimazione. Andare oltre.